CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA , DEL FIUME MARTA E DELLA COSTA TIRRENICA ANTISTANTE TARQUINIA
MANIFESTO D’INTENTI
Questo documento integra il precedente Manifesto d’Intenti del Contratto di Lago-“Lago di Bolsena”- con il Manifesto d’Intenti del Contratto di Fiume e di Costa. I firmatari che hanno sottoscritto il precedente Manifesto d’Intenti condividono l’attuale documento.
PREMESSO CHE
- In data 23 febbraio 2017 si è attivato il primo percorso per la costituzione del Comitato Promotore del Contratto del Lago di Bolsena.
- In data 04 dicembre 2017 è stato sottoscritto il Manifesto d’intenti del Contratto del Lago di Bolsena presso la sede della Provincia di Viterbo.
- Il Club Unesco Tuscia e Viterbo è stato individuato dai sottoscrittori quale soggetto coordinatore del Comitato Promotore; il Comune di Grotte di Castro è stato individuato quale referente istituzionale.
- I Comuni di Tuscania e Tarquinia hanno espresso la volontà di aderire al Contratto di Lago, in quanto il Lago di Bolsena rappresenta una parte del Bacino idrografico del Fiume Marta.
- Il Comune di Tarquinia ha inoltre deliberato in sede di Consiglio sull’opportunità di costituire il
Contratto del Fiume Marta.
- In data 23 marzo 2018 il Presidente del Club UNESCO Tuscia e Viterbo ha inviato una proposta ai Comuni di Tuscania e Tarquinia per la creazione di un unico contratto di Lago, di Fiume e di Costa, data la stretta interconnessione tra i diversi ambienti acquatici e l’appartenenza ad un unico distretto idrografico.
- Il Manifesto d’Intenti del Lago di Bolsena, tra le sue premesse, prevedeva l’opportunità di estendere il contratto all’intero Bacino idrografico sino alla costa tirrenica.
CONSIDERATO CHE
- La Direttiva 2000/60/CE persegue gli obiettivi di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili; stabilisce che i singoli Stati Membri affrontino la tutela delle acque a livello di “bacino idrografico” e l’unità territoriale di riferimento per la gestione del bacino è individuata nel “distretto idrografico”, area di terra e di mare, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere.
- Relativamente ad ogni distretto, deve essere predisposto un programma di misure che tenga conto delle analisi effettuate e degli obiettivi ambientali fissati dalla Direttiva, con lo scopo ultimo di raggiungere uno “stato buono” di tutte le acque.
- I programmi di misure sono indicati nei Piani di Gestione che gli Stati Membri devono predisporre per ogni singolo bacino idrografico, che rappresenta pertanto lo strumento di programmazione/attuazione per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla direttiva 2000/60/CE.
- La Direttiva 2008/56/CE (Marine Strategy), recepita in Italia con il D.Lgs 190/10, istituisce un quadro all’interno del quale gli Stati membri adottano le misure necessarie per mantenere o conseguire un buono stato ecologico dell’ambiente marino entro il 2020. Il perseguimento o mantenimento di tale obiettivo deve avvenire attraverso l’elaborazione e l’attuazione di strategie finalizzate a proteggere e preservare l’ambiente marino, a prevenirne il degrado oltre che a ridurre gli apporti di inquinanti nell’ambiente marino stesso. Le strategie adottate devono applicare un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane, assicurando che la pressione collettiva di tali attività sia mantenuta entro livelli compatibili con il conseguimento di un buono stato ecologico, e che la capacità degli ecosistemi marini di reagire ai cambiamenti indotti dall’uomo non sia compromessa.
- Il quadro normativo in materia di acque di balneazione è regolamentato dalla “Direttiva Balneazione” (Dir. 2006/7/CE), recepita dal D.lgs 116/2008 , a sua volta seguito dal decreto attuativo (D.M. 30 marzo 2010). La Direttiva in vigore privilegia una gestione integrata della qualità delle acque allo scopo di mettere in atto azioni volte a prevenire l’esposizione dei bagnanti a rischi. Il monitoraggio e l’attuazione di misure di gestione hanno l’obiettivo di riconoscere e ridurre le possibili cause di inquinamento.
- Il bacino del Fiume Marta e la costa tirrenica, rientrano nel Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)
- (DCR n.17 del 04/04/2012) e nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE e D.Lgs. n.49/2010).
- Lungo il corso del Fiume Marta abbiamo la presenza della Riserva Naturale di Tuscania al cui interno vi sono due importanti SIC: l’Alto Corso del Fiume Marta (IT6010020) e La Sughereta di Tuscania (IT60100036).
- I Fondali tra le foci del Torrente Arrone e del Fiume Marta sono riconosciuti quale SIC IT6000003.
- Il Lago di Bolsena è Zona di Protezione Speciale “Lago di Bolsena- Isole Bisentina e Martana” (IT6010055) e siti d’Importanza Comunitaria, ora trasformati in Zone Speciali di Conservazione (ZSC) ai sensi della Direttiva Habitat, “Lago di Bolsena”(IT6010007) e “Isole Bisentina e Martana” (IT6010041), (Decreto Ministero dell’Ambiente del 06 dicembre 2016).
VISTO CHE
- Il Lago di Bolsena, il Fiume Marta e la Costa tirrenica di Tarquinia possono essere definiti come un unico distretto idrografico.
- La sicurezza idraulica (Direttiva 2007/60/CE detta alluvioni) e la qualità delle acque (Direttiva 2000/60/CE), la preservazione del ruolo ecologico funzionale complessivo, la conservazione degli habitat e delle specie d’interesse comunitario (Direttiva 1992/42/CE e Direttiva 2009/147/CE), nonché il mantenimento delle funzioni ecologiche e dei servizi ecosistemici, risultano gli obiettivi prioritari nella gestione del Distretto idrografico Lago di Bolsena- Fiume Marta- Costa tirrenica.
- Il 18/11/2014 la Regione Lazio con Deliberazione di Giunta Regionale n.787 ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, quale documento di principi e di indirizzo a cui devono ispirarsi i contratti regionali, intesi quali strumenti per il contenimento del degrado e la riqualificazione dei territori fluviali. Condividendone i principi ed i contenuti la Regione Lazio si impegna a diffondere la Carta sul territorio regionale; a riconoscere e promuovere i CdF quali forme di programmazione negoziata e partecipata ai fini della riqualificazione ambientale dei bacini idrogeografici della Regione Lazio; ad avviare attività di sensibilizzazione e promozione, coinvolgendo Enti pubblici e privati, associazioni di categoria e tutti gli altri soggetti presenti sul territorio, al fine di implementare l’utilizzo dello strumento CdF.
- Il 12 marzo 2015 il Gruppo dl Lavoro del Tavolo Nazionale dei CdF, coordinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) in collaborazione con ISPRA ha approvato il documento guida “Definizioni e requisiti qualitativi di base dei contratti di fiume” che definisce i requisiti di base dei CdF con l’intento di armonizzarne l’interpretazione e l’attuazione su tutto il territorio italiano. I CdF, così come definiti dal documento costituiscono: “strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. I CdF concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto-bacino idrografico e in particolare del Piano di gestione del rischio alluvioni e del Piano di gestione delle acque”.
- Il Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità (Legge 18/12/2015 n. 221, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18/1/2016, all’art. 59 recepisce i CdF, modificando il Capo II, Titolo II della Parte III del d.lgs 3/4/2006 n. 152, aggiungendo, dopo l’art. 68, il 68 bis.
- Il D.Lgs 152/2006 (Codice dell’Ambiente) all’articolo 68-bis disciplina i CdF: “I contratti concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.”
- Con DGR n. 154 del 4 aprile 2017 la Regione Lazio ha istituito l’Assemblea e l’Osservatorio Regionale dei Contratti di Fiume, di Lago, di Costa e di Foce del Lazio anche al fine di assistere gli istanti e operare il monitoraggio sistematico dei processi sui contratti che si considerano:
- annunciati, ossia quelli per i quali ancora non sia stato sottoscritto un manifesto/documento d’intenti del Contratto;
- attivati, ossia quelli giunti alla sottoscrizione del manifesto/documento d’intenti del Contratto;
- in esecuzione, ossia quelli nei quali sono in corso di elaborazione l’analisi conoscitiva, il documento strategico e il programma d’azione;
- realizzati, ossia quelli nei quali il Contratto è sottoscritto e le azioni previste dal Programma d’Azione sono in corso di attuazione.
Questo Distretto idrografico è una risorsa importante non solo economica, ma anche turistica e sociale, essendo un bacino intorno al quale si sviluppano attività produttive, sportive, di svago e salutari, di educazione ambientale.
I principali elementi dell’attuale pressione ambientale sul distretto idrografico sono connessi, principalmente:alla presenza di sversamenti civili e agricoli di qualsiasi genere e natura, con significativo afflusso di nutrienti inorganici in eccesso (in maggiore misura, azoto e fosforo) e fenomeni di spinta eutrofizzazione;
alla mancanza del collettore circumlacuale sul versante a ponente del lago di Bolsena, unitamente ad uno scarso controllo degli scarichi abusivi;
alla modificazione dei regimi idrologici naturali, a causa della sottrazione forzata di grandi volumi
d’acqua dolce dai corpi idrici scolanti;
- all’abbassamento della falda dovuto all’emungimento forzato per usi irrigui;
- ai fenomeni erosivi lungo le sponde;
- allo sviluppo disordinato e disorganico delle attività sul bacino, con necessità di una precisa regolamentazione della fruizione. In tale contesto, lo strumento del Contratto di Lago, di Fiume e di Costa rappresenta una soluzione di programmazione negoziata e partecipata avente il fine di eliminare, o quantomeno ridurre, le pressioni sopra elencate, mirando ad una riqualificazione del corpo idrico con interventi multi-settoriali e con il coinvolgimento su base volontaria, di tutti gli enti istituzionali e i portatori di interesse insistenti sul bacino;
- alla mancanza o all’inidoneo funzionamento degli impianti di depurazione.
Lo sviluppo di una conoscenza organica del sistema non può che considerare tutti gli aspetti strettamente connessi e correlati: riflessi idraulici e idrogeologici, valenza paesaggistico – ambientale ed ecologica, attività e fattori di pressione, infrastrutture, elementi da tutelare e valorizzare (forme di turismo sostenibile, attività ludico – ricreative, educazione ambientale).
La necessità di integrare il Contratto di Lago con il Contratto di Fiume e di Costa è legata anche all’acuirsi di situazioni di criticità, in conseguenza anche del cambiamento climatico e ambientale in atto e dell’elevata fragilità idrogeologica del territorio in esame.
I FIRMATARI RICONOSCONO CHE
- Il territorio in questione presenta un’elevata “criticità ambientale” dovuta a diversi elementi, quali in sintesi: insediamenti industriali (anche dismessi), forte pressione insediativa e di attività agricole e zootecniche, nonché, per quanto attiene più strettamente le aste fluviali interessate, problematiche inerenti la difesa idraulica e idrogeologica, nonché per la qualità delle acque superficiali e sotterranee.
- In merito alla prevenzione dei rischi, idraulici, idrogeologici, naturalistici, ecc., i soggetti firmatari dell’intesa riconoscono che le azioni puntuali indirizzate in tal senso, avranno piena efficacia, solo se ad esse verranno affiancate altre azioni da realizzare sui Bacini interessati in accordo con gli Enti coinvolti nella gestione del territorio e specificatamente del ciclo delle acque.
- Con il presente Manifesto d’Intenti prendono atto anche del fatto che i fattori di rischio ambientale e di inquinamento nei Bacini interessati, e più in generale, la loro qualità ambientale e l’ecosistema naturale, dipendono da una molteplicità di fattori che vanno governati in modo integrato, al fine di intervenire sull’insieme delle pressioni ambientali generate dal sistema insediativo e produttivo.
- A fronte del riconoscimento della necessità di procedere ad interventi di prevenzione diversi e dei rischi in sinergia con altre azioni sull’ambiente e sul territorio, si riconoscono anche le difficoltà di gestire l’insieme di tutte le procedure e di tutti gli adempimenti normativi che andranno necessariamente coordinati tra loro per garantire dei risultati efficaci.
- In relazione alle opportunità, alle necessità e alle difficoltà sin qui espresse, i firmatari individuano nel Contratto di Lago, di Fiume e di Costa, inteso come strumento che concorre “alla definizione all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto–bacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia del rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tale aree ”, lo strumento da adottare al fine di avviare uno sviluppo sostenibile, partecipato, coordinato, solidale e durevole, di tutti i territori compresi nelle aree dei Bacini interessati.
- Nell’ambito territoriale individuato intendono quindi attivare una strategia comune sul Distretto e sviluppare un Contratto di Lago, Fiume e Costa da realizzarsi attraverso l’attivazione di un processo concertativo che coinvolga tutti i settori interessati alla gestione del sistema lacuale, fluviale e della costa, per raggiungere obiettivi di coesione e sviluppo sostenibile, a partire dalla gestione della risorsa idrica.
- Per un approccio condiviso è necessario attivare dei tavoli di dialogo multiattoriali che si inseriscano all’interno del processo del Contratto.
- L’individuazione di strategie integrate e una programmazione condivisa, da realizzarsi attraverso azioni puntuali, saranno condizione necessaria per accedere, eventualmente, alle opportunità date dai fondi di finanziamento disponibili a livello regionale, nazionale, europeo e privati.
- Nel raggiungimento degli obiettivi delle Direttive Europee per qualità dei corpi idrici 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque) e di prevenzione e riduzione del rischio di alluvioni 2007/60/CE (Direttiva Alluvioni), uno degli elementi di maggior innovazione consiste nell’aver introdotto ed aver dato un significato concreto agli aspetti della partecipazione del pubblico, fissando obiettivi e norme di qualità ambientale fondati su una base comune condivisa nelle comunità locali. Il processo dovrà basarsi, quindi, su una partecipazione diffusa e sul coinvolgimento più ampio possibile della comunità (istituzionale e non) a partire dalla costruzione dei contenuti, in un’ottica di sensibilizzazione, formazione e responsabilizzazione.
- È necessario individuare azioni che rendano i “beni Lago, Fiume e Costa” fruibili alla popolazione locale, nella quale proliferano competenze e capacità per la cura degli ecosistemi, da potenziare diffondendo un’educazione legata alla coscienza e cultura delle risorse idriche e creando adeguati strumenti di governance. Il rilancio della manutenzione e della cura del territorio rappresenta un presidio territoriale che deve essere svolto di concerto con le comunità locali, direttamente responsabili della tutela delle aree naturali più pregiate e garanti di un’azione continuativa di controllo e monitoraggio sul territorio.
CONCORDANO
- di perseguire prioritariamente, attraverso il Contratto, i seguenti obiettivi specifici, alcuni dei quali fanno riferimento al miglioramento della qualità degli ecosistemi e dei corpi idrici tramite interventi materiali, altri al miglioramento della capacità di gestione e monitoraggio con effetti indiretti, benché significativi nel lungo termine, sull’ambiente fisico:
- il miglioramento della capacità di depurazione delle acque provenienti da scarichi puntuali civili e industriali, con riferimento all’efficienza dei nodi (depuratori) e delle reti (infrastrutture fognarie);
- la riduzione a monte dei rifiuti solidi nell’area dei bacini idrogeografici, a partire dalla riduzione dell’inquinamento delle sponde e dalle aree demaniali, per estendersi a misure concertate per trasformare stili di consumo e pratiche di packaging e distribuzione;
- il ripristino e il potenziamento delle connessioni ecologiche per il miglioramento della qualità delle acque e della biodiversità;
- la riduzione dell’inquinamento diffuso causato dalle attività antropiche dei settori urbano, agricolo e zootecnico;
- la riduzione degli effetti di run-off dal sistema antropizzato, favorendo la ritenzione delle acque meteoriche e il loro rilascio lento;
- il miglioramento dei meccanismi di ricarica della falda, favorendo l’infiltrazione;
- l’educazione al risparmio idrico e l’incentivazione al recupero e riutilizzo delle acque;
- la sensibilizzazione all’importanza dei corsi d’acqua in ambito urbano e suburbano per il benessere dei cittadini.
- sull’importanza di attivare un percorso condiviso e partecipato che possa condurre alla sottoscrizione del Contratto di Lago – “Lago di Bolsena”, -“Fiume Marta” e “Costa”, attraverso la definizione ed il coordinamento generale degli obiettivi e delle necessarie azioni;
- sull’importanza di avviare un percorso di Contratto condividendo una metodologia operativa così articolata:
- costituzione di due Comitati Promotori del Contratto: “del Lago di Bolsena” e “del Fiume Marta e Costa”;
- condivisione del Manifesto d’intenti del Contratto di Lago, già sottoscritto;
- condivisione dell’attuale Manifesto d’Intenti del Contratto di Lago, di Fiume e di Costa, che
integra quello del Contratto di Lago di Bolsena e lo inserisce al suo interno;
- promozione del Manifesto per ulteriori sottoscrizioni (analisi/censimento degli attori locali e delle reti esistenti tra loro);
- costituzione di un’unica Cabina di Regia, quale organo di indirizzo e decisionale e di un’unica Segreteria Tecnico Scientifica, quale strumento tecnico della Cabina di Regia;
- realizzazione del processo partecipativo;
- messa a sistema delle conoscenze comuni attraverso indagine conoscitiva delle aree e successiva redazione del Documento strategico – (criticità/valori ambientali prevedendo
quali caposaldi la quantità e la qualità della risorsa, paesistici e territoriali – politiche e progetti locali);
- redazione di un Programma Strategico (di medio/lungo termine);
- redazione di un Programma d’Azione (di breve termine – 2/3 anni) per perseguire gli obiettivi di riqualificazione ambientale e paesistica;
- sottoscrizione del Contratto;
- implementazione del Programma d’Azione;
- attivazione di un sistema di monitoraggio.
- sull’opportunità di individuare nel Club per l’UNESCO Viterbo Tuscia e il Comune di Grotte di Castro per il Lago di Bolsena, e i Comuni di Tarquinia e Tuscania per il Fiume Marta e la Costa, quali soggetti che provvedano a quanto necessario da un punto di vista organizzativo per l’avvio del processo, a partire dall’organizzazione delle attività dei gruppi promotori costituiti dai firmatari del presente Manifesto;
- Sulla necessità che ogni soggetto firmatario si faccia promotore del processo, sensibilizzando e coinvolgendo soggetti e altri portatori di interesse del territorio e dia il proprio attivo contributo all’attivazione e realizzazione del Contratto.